ADORAZIONE EUCARISTICA
Con l'Adorazione Eucaristica di questa sera, giovedì 20 ottobre 2016, alle ore 19.30, dopo un momento iniziale di preghiera e colloquio intimo e personale con Gesù Eucaristia, ci prepariamo a vivere la 90a Giornata Missionaria Mondiale di domenica prossima.
Con la preghiera e la riflessione mediteremo sul Vangelo di Luca 18, 9-14 e sull'invito di Papa Francesco a "guardare alla missione ad gentes come una grande, immensa opera di misericordia sia spirituale che materiale e ad uscire, come discepoli missionari, ciascuno mettendo a servizio i propri talenti, la propria creatività, la propria saggezza ed esperienza nel portare il messaggio della tenerezza e della compassione di Dio all'intera famiglia umana".
Le parole ascoltate ci invitano a ripartire dal Volto di Misericordia del Signore, dal suo sguardo d’Amore per noi: Lasciamoci guardare e raggiungere dalla sua Luce; lasciamoci guidare dalla gioia dell’incontro con Lui, che ci spinge ad annunciare la sua salvezza al mondo intero. Silenzio e preghiera personale Cel. “O Dio, tu non fai preferenze di persone e ci dai la certezza che la preghiera dell’umile penetra le nubi; guarda anche a noi come al pubblicano pentito, e fa’ che ci apriamo alla confidenza nella tua misericordia per essere giustificati nel tuo nome.”
Canto 3 Dal Vangelo di Luca: (Lc 18, 9-14) In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». Parola del Signore.
Pausa di Silenzio preghiera personale
3L. «La preghiera dell'umile penetra le nubi» ed è del povero la libertà di abbandonarsi completamente nelle braccia del più tenero dei Padri, perché il Signore «è vicino a chi ha il cuore ferito, Egli salva gli spiriti affranti». 4L. Il pubblicano si veste della sua fragilità e con essa si presenta dinanzi al Signore degli eserciti al tempio dell’'alleanza. Porta con sé il suo bagaglio di fallimenti e la consapevolezza che solo in Dio c'è riscatto. 3L. La sua debolezza per questo diventa forza, disarmato da quanto non ha, la sua unica armatura è la certezza di un Dio compassionevole. 4L. Diversamente il fariseo resta in piedi dinanzi all'altare, forte del convincimento che essendo giusto, perlomeno così ritiene, sia in diritto di essere ascoltato. 3L. Lui non è «come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri» e neppure come il pubblicano che non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, tale la sua vergogna. 4L. Sarà stato pure giusto il fariseo, sarà andato spesso al tempio, avrà partecipato alle liturgie, avrà digiunato due volte la settimana e di sicuro avrà pagato le decime, ma tutto questo non gli ha evitato di disprezzare gli altri e di ritenere chi è diverso da lui ostacolo alla sua dignità. 3L. Eppure, il Maestro di Galilea ha fasciato di misericordia proprio gli esclusi e gli abbandonati della terra, consacrando ciò che è ignobile e reietto agli occhi degli uomini come luogo prediletto per incontrare Dio. 4L. Il povero invoca il Padre perché sa che solo in Lui troverà ascolto, perché il Signore «non trascura la supplica dell'orfano, né della vedova, quando si sfoga nel lamento». 3L. Strano che il fariseo, seppure devoto a Dio, non lo conosca e, sebbene puntuale nei precetti e nella pratica, sia tra quelli che dal Maestro si sentiranno dire: «Non vi conosco». 4L. Strano, ma non tanto, se di frequente il dirsi credente purtroppo non corrisponde all'esserlo e pertanto si è riconosciuti dal Signore per ciò che la fede dice alla vita, per ciò che costruisce nelle relazioni umane e nella giustizia. 3L. «Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato» è paradigma di sequela e non può essere diversamente, perché più conosci quanto l'amore di Dio possa svelare il tuo cuore e più ti senti inadeguato per la tua debolezza, per la tua drammatica inconsistenza. 4L. La consapevolezza del proprio limite, però, apre il desiderio della ricerca di ciò che resta, di ciò che è necessario e se Dio è la risposta: 3L. «Quando sono debole, è allora che sono forte». 4L. Se nel Signore riposa l'anima mia, abbandonarsi a Lui è saper riconoscere il nostro vero destino, il nostro solo vanto.
Pausa di Silenzio e preghiera personale
Dal Salmo 33: Rit. Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. Rit.
Il volto del Signore contro i malfattori, per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta, li libera da tutte le loro angosce. Rit.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; non sarà condannato chi in lui si rifugia. Rit.
Canto
Lettura: «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,17). Nella luce di questo Giudice di misericordia le nostre ginocchia si piegano in adorazione e le nostre mani e i nostri piedi si rinvigoriscono. (…) È la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Gesù. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. È il misericordiae vultus. Lasciamoci guardare da Lui. Silenzio e preghiera personale
Sono anch’io come il fariseo, Signore: vengo da te e, proprio perché sono alla tua presenza, mi ritengo superiore a quelli che ti ignorano, a quelli che ti dimenticano, a quelli che non ti ascoltano,a quelli che hanno altro da fare. Vorrei, pertanto, un trattamento di favore, qualche privilegio in più o almeno un’esenzione dalle malattie e dalle sofferenze, dalle prove della vita. Talvolta, però, mi sento anche come il pubblicano. So di aver commesso il male, di non meritarmi il tuo amore. Mi sento sporco davanti a te, ho coscienza dei miei tradimenti, delle mie infedeltà, dei miei errori. Non ho neppure il coraggio di levare il capo, di prendere la parola per chiederti qualcosa. Sono una persona strana, Signore, un po’ fariseo e un po’ pubblicano; ma tu accoglimi lo stesso, solo per amore, per misericordia. Quando mi pare di essere più bravo degli altri, tappati le orecchie. E quando sono a terra, rialzami e regalami il tuo perdono! Signore Gesù, il tuo comandamento di amarci come tu stesso ci hai amati ci ferisce il cuore e ci fa scoprire con dolore quanto siamo lontani dall’essere rivestiti dei tuoi sentimenti di misericordia e di umiltà. Siamo così fatti che riusciamo a peccare anche quando ci rivolgiamo al Padre tuo, in preghiera. Abbi pietà di noi! Donaci il tuo Spirito buono. Insegnaci a porci in ascolto del suo grido inesprimibile che solo può chiamare il Padre e ottenere per noi salvezza e pace.
Canto
Preghiamo ora per ciascuno dei cinque continenti. Ad ogni invocazione, ripetiamo insieme: Ascoltaci, o Signore
Lettore 1: Ti vogliamo pregare per il continente americano, che ebbe, come primi abitanti, i pellirossa. Un continente dove i grattacieli dicono l’ingegno dell’uomo, dove la libertà troneggia sulle rive dell’oceano, dove la tecnologia è più avanzata, dove la sedia elettrica uccide le persone, dove i bambini vivono e dormono sulla strada, dove nel fango delle favelas prolifera la disperazione del mondo.
Guida: Ricordati dell’America, o Signore, perché il paese delle grandi contraddizioni cammini nella fraternità, perché i diritti che si proclamano siano davvero rispettati, perché i bambini non siano costretti dalla povertà a scegliere la strada, per questo ti preghiamo
Lettore 2: Ti preghiamo, per l’Africa, un continente dove la vita esplode in tutte le sue meraviglie, dove si compiono gli attentati più orribili: guerre fra tribù che insanguinano la terra, la distruzione della natura che produce la fame, povertà che uccide vite umane, malattie e aids che spopolano i villaggi.
Guida:Ricordati dell’Africa, o Signore, perché i bambini africani abbiano cibo, medicine e scuola, perché agli adulti non manchi il lavoro e la speranza, perché finisca il commercio delle armi e l’arruolamento dei bambini, per questo ti preghiamo Lettore 3: Ti affidiamo l’Asia, la terra del Sol levante, la culla della civiltà. Un continente dove nasce l’alba del mondo, dove i grandi fiumi lo irrigano e lo fecondano, dove i terremoti e le inondazioni devastano interi paesi, milioni di bambini non hanno una casa che li accoglie, la donna non conta proprio niente e l’accattonaggio è il mestiere più diffuso. 6 Guida: Ricordati dell’Asia, o Signore, perché i bambini rimasti orfani dei tanti terremoti abbiano una famiglia, perché i profughi di tutte le guerre trovino accoglienza, perché i bambini siano liberati dalla schiavitù e dallo sfruttamento, per questo ti preghiamo Lettore 4: Benedici l’Oceania e le innumerevoli isole sparse nelle azzurre acque di questo continente. Un continente dove ogni isola custodisce i propri tesori di sapienza, dove i bambini sono vestiti di sole e tatuaggi fantasiosi, dove la gente non conosce Dio ed è isolata dal resto del mondo, dove ci sono nazionalismi esasperati e dove si combattono guerre di religione. Guida: Ricordati dell’Oceania, o Signore, perché possa trovare un’identità cristiana, perché, nonostante la diversità di lingue e costumi, i popoli possano trovare segni di unità, per questo ti preghiamo Lettore 5: Proteggi l’Europa e il Papa, un continente vecchio come un albero secolare che ha sparso i suoi frutti in tutto il mondo, un continente di grandi navigatori e missionari che hanno portato il Vangelo di Gesù a tutte le genti, un continente dove i bambini sono ricchi e soli, dove si fabbricano armi micidiali, dove i cibi sono contaminati, dove il progresso sembra impazzito. Guida:Ricordati, o Signore, dell’Europa per i tanti missionari europei sparsi nel mondo, perché la fede della gente non si spenga mai, per questo ti preghiamo Padre nostro… BENEDIZIONE
CANTO ED ESPOSIZIONE SS. SACRAMENTO
Lettura: La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto,
l’esperienza di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. Però, che amore è
quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di presentarla, di farla
conoscere? Se non proviamo l’intenso desiderio di comunicarlo, abbiamo bisogno di soffermarci in
preghiera per chiedere a Lui che torni ad affascinarci. Abbiamo bisogno d’implorare ogni giorno,
di chiedere la sua grazia perché apra il nostro cuore freddo e scuota la nostra vita tiepida e
superficiale. Posti dinanzi a Lui con il cuore aperto, lasciando che Lui ci contempli, riconosciamo
questo sguardo d’amore che scoprì Natanaele il giorno in cui Gesù si fece presente e gli disse: «Io
ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi» (Gv 1,48). Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o
in ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere davanti ai suoi occhi! Quanto bene ci fa
lasciare che Egli torni a toccare la nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova vita!
Dunque, ciò che succede è che, in definitiva, «quello che abbiamo veduto e udito, noi lo
annunciamo» (1 Gv 1,3). La migliore motivazione per decidersi a comunicare il Vangelo è
contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine e leggerlo con il cuore. Se lo accostiamo in
questo modo, la sua bellezza ci stupisce, torna ogni volta ad affascinarci. Perciò è urgente
ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo
depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c’è niente di meglio
da trasmettere agli altri. Le parole ascoltate ci invitano a ripartire dal Volto di Misericordia del Signore, dal suo sguardo d’Amore per noi: Lasciamoci guardare e raggiungere dalla sua Luce; lasciamoci guidare dalla gioia dell’incontro con Lui, che ci spinge ad annunciare la sua salvezza al mondo intero. Silenzio e preghiera personale Cel. “O Dio, tu non fai preferenze di persone e ci dai la certezza che la preghiera dell’umile penetra le nubi; guarda anche a noi come al pubblicano pentito, e fa’ che ci apriamo alla confidenza nella tua misericordia per essere giustificati nel tuo nome.”
Canto 3 Dal Vangelo di Luca: (Lc 18, 9-14) In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». Parola del Signore.
Pausa di Silenzio preghiera personale
3L. «La preghiera dell'umile penetra le nubi» ed è del povero la libertà di abbandonarsi completamente nelle braccia del più tenero dei Padri, perché il Signore «è vicino a chi ha il cuore ferito, Egli salva gli spiriti affranti». 4L. Il pubblicano si veste della sua fragilità e con essa si presenta dinanzi al Signore degli eserciti al tempio dell’'alleanza. Porta con sé il suo bagaglio di fallimenti e la consapevolezza che solo in Dio c'è riscatto. 3L. La sua debolezza per questo diventa forza, disarmato da quanto non ha, la sua unica armatura è la certezza di un Dio compassionevole. 4L. Diversamente il fariseo resta in piedi dinanzi all'altare, forte del convincimento che essendo giusto, perlomeno così ritiene, sia in diritto di essere ascoltato. 3L. Lui non è «come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri» e neppure come il pubblicano che non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, tale la sua vergogna. 4L. Sarà stato pure giusto il fariseo, sarà andato spesso al tempio, avrà partecipato alle liturgie, avrà digiunato due volte la settimana e di sicuro avrà pagato le decime, ma tutto questo non gli ha evitato di disprezzare gli altri e di ritenere chi è diverso da lui ostacolo alla sua dignità. 3L. Eppure, il Maestro di Galilea ha fasciato di misericordia proprio gli esclusi e gli abbandonati della terra, consacrando ciò che è ignobile e reietto agli occhi degli uomini come luogo prediletto per incontrare Dio. 4L. Il povero invoca il Padre perché sa che solo in Lui troverà ascolto, perché il Signore «non trascura la supplica dell'orfano, né della vedova, quando si sfoga nel lamento». 3L. Strano che il fariseo, seppure devoto a Dio, non lo conosca e, sebbene puntuale nei precetti e nella pratica, sia tra quelli che dal Maestro si sentiranno dire: «Non vi conosco». 4L. Strano, ma non tanto, se di frequente il dirsi credente purtroppo non corrisponde all'esserlo e pertanto si è riconosciuti dal Signore per ciò che la fede dice alla vita, per ciò che costruisce nelle relazioni umane e nella giustizia. 3L. «Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato» è paradigma di sequela e non può essere diversamente, perché più conosci quanto l'amore di Dio possa svelare il tuo cuore e più ti senti inadeguato per la tua debolezza, per la tua drammatica inconsistenza. 4L. La consapevolezza del proprio limite, però, apre il desiderio della ricerca di ciò che resta, di ciò che è necessario e se Dio è la risposta: 3L. «Quando sono debole, è allora che sono forte». 4L. Se nel Signore riposa l'anima mia, abbandonarsi a Lui è saper riconoscere il nostro vero destino, il nostro solo vanto.
Pausa di Silenzio e preghiera personale
Dal Salmo 33: Rit. Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. Rit.
Il volto del Signore contro i malfattori, per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta, li libera da tutte le loro angosce. Rit.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; non sarà condannato chi in lui si rifugia. Rit.
Canto
Lettura: «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,17). Nella luce di questo Giudice di misericordia le nostre ginocchia si piegano in adorazione e le nostre mani e i nostri piedi si rinvigoriscono. (…) È la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Gesù. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. È il misericordiae vultus. Lasciamoci guardare da Lui. Silenzio e preghiera personale
Sono anch’io come il fariseo, Signore: vengo da te e, proprio perché sono alla tua presenza, mi ritengo superiore a quelli che ti ignorano, a quelli che ti dimenticano, a quelli che non ti ascoltano,a quelli che hanno altro da fare. Vorrei, pertanto, un trattamento di favore, qualche privilegio in più o almeno un’esenzione dalle malattie e dalle sofferenze, dalle prove della vita. Talvolta, però, mi sento anche come il pubblicano. So di aver commesso il male, di non meritarmi il tuo amore. Mi sento sporco davanti a te, ho coscienza dei miei tradimenti, delle mie infedeltà, dei miei errori. Non ho neppure il coraggio di levare il capo, di prendere la parola per chiederti qualcosa. Sono una persona strana, Signore, un po’ fariseo e un po’ pubblicano; ma tu accoglimi lo stesso, solo per amore, per misericordia. Quando mi pare di essere più bravo degli altri, tappati le orecchie. E quando sono a terra, rialzami e regalami il tuo perdono! Signore Gesù, il tuo comandamento di amarci come tu stesso ci hai amati ci ferisce il cuore e ci fa scoprire con dolore quanto siamo lontani dall’essere rivestiti dei tuoi sentimenti di misericordia e di umiltà. Siamo così fatti che riusciamo a peccare anche quando ci rivolgiamo al Padre tuo, in preghiera. Abbi pietà di noi! Donaci il tuo Spirito buono. Insegnaci a porci in ascolto del suo grido inesprimibile che solo può chiamare il Padre e ottenere per noi salvezza e pace.
Canto
Preghiamo ora per ciascuno dei cinque continenti. Ad ogni invocazione, ripetiamo insieme: Ascoltaci, o Signore
Lettore 1: Ti vogliamo pregare per il continente americano, che ebbe, come primi abitanti, i pellirossa. Un continente dove i grattacieli dicono l’ingegno dell’uomo, dove la libertà troneggia sulle rive dell’oceano, dove la tecnologia è più avanzata, dove la sedia elettrica uccide le persone, dove i bambini vivono e dormono sulla strada, dove nel fango delle favelas prolifera la disperazione del mondo.
Guida: Ricordati dell’America, o Signore, perché il paese delle grandi contraddizioni cammini nella fraternità, perché i diritti che si proclamano siano davvero rispettati, perché i bambini non siano costretti dalla povertà a scegliere la strada, per questo ti preghiamo
Lettore 2: Ti preghiamo, per l’Africa, un continente dove la vita esplode in tutte le sue meraviglie, dove si compiono gli attentati più orribili: guerre fra tribù che insanguinano la terra, la distruzione della natura che produce la fame, povertà che uccide vite umane, malattie e aids che spopolano i villaggi.
Guida:Ricordati dell’Africa, o Signore, perché i bambini africani abbiano cibo, medicine e scuola, perché agli adulti non manchi il lavoro e la speranza, perché finisca il commercio delle armi e l’arruolamento dei bambini, per questo ti preghiamo Lettore 3: Ti affidiamo l’Asia, la terra del Sol levante, la culla della civiltà. Un continente dove nasce l’alba del mondo, dove i grandi fiumi lo irrigano e lo fecondano, dove i terremoti e le inondazioni devastano interi paesi, milioni di bambini non hanno una casa che li accoglie, la donna non conta proprio niente e l’accattonaggio è il mestiere più diffuso. 6 Guida: Ricordati dell’Asia, o Signore, perché i bambini rimasti orfani dei tanti terremoti abbiano una famiglia, perché i profughi di tutte le guerre trovino accoglienza, perché i bambini siano liberati dalla schiavitù e dallo sfruttamento, per questo ti preghiamo Lettore 4: Benedici l’Oceania e le innumerevoli isole sparse nelle azzurre acque di questo continente. Un continente dove ogni isola custodisce i propri tesori di sapienza, dove i bambini sono vestiti di sole e tatuaggi fantasiosi, dove la gente non conosce Dio ed è isolata dal resto del mondo, dove ci sono nazionalismi esasperati e dove si combattono guerre di religione. Guida: Ricordati dell’Oceania, o Signore, perché possa trovare un’identità cristiana, perché, nonostante la diversità di lingue e costumi, i popoli possano trovare segni di unità, per questo ti preghiamo Lettore 5: Proteggi l’Europa e il Papa, un continente vecchio come un albero secolare che ha sparso i suoi frutti in tutto il mondo, un continente di grandi navigatori e missionari che hanno portato il Vangelo di Gesù a tutte le genti, un continente dove i bambini sono ricchi e soli, dove si fabbricano armi micidiali, dove i cibi sono contaminati, dove il progresso sembra impazzito. Guida:Ricordati, o Signore, dell’Europa per i tanti missionari europei sparsi nel mondo, perché la fede della gente non si spenga mai, per questo ti preghiamo Padre nostro… BENEDIZIONE
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