ADORAZIONE EUCARISTICA

Nell'Adorazione Eucaristica di questa sera alle ore 19.30, dopo un momento di preghiera personale, il Vangelo di Luca (19, 1-10) ci guiderà alla meditazione e alla preghiera: la conversione di Zaccheo che incontrando l'Amore, e scoprendo di essere amato, apre il suo cuore e le sue mani verso il suo prossimo. Durante l'Adorazione ci sarà la possibilità di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati
e oppressi, e io vi ristorerò.
Adorazione Eucaristica
XXXIª Domenica del T.o. “Anno C”

 Cel. “O Dio, che nel tuo Figlio 
sei venuto a cercare e a salvare chi era perduto,
rendici degni della tua chiamata:
porta a compimento
ogni nostra volontà di bene,
perché sappiamo accoglierti con gioia nella nostra casa
per condividere i beni della terra e del cielo.”
 
G. Nel vangelo Gesù attua le parole profetiche della Sapienza, comunica l’amore gratuito di Dio al peccatore Zaccheo. E questi si converte, apre il cuore e le mani. Il gesto esteriore del dare, come ogni gesto umano, è di per sé ambiguo. Il dono di un uomo chiuso in se stesso, tutto proteso alla affermazione di sé è egoismo camuffato. La beneficenza molte volte può essere la copertura dello sfruttamento, anzi il mezzo per continuarlo. Il gesto di Zaccheo invece, che restituisce il quadruplo a coloro che aveva defraudato e dà la metà dei suoi beni «ai poveri», nasce da una «conversione» interiore, da un cambiamento di rotta, avvenuto nell’incontro con Gesù. Incontrando l’Amore, scoprendo d’essere amato, uno diventa capace di incontrare gli altri.
 Cel. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.”
 Dal Vangelo di Luca: (Lc 19, 1-10)
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Parola del Signore.
Pausa di Silenzio
G. «La salvezza operata da Cristo è totale e integrale. Si estende cioè a tutto l’uomo e a tutti gli uomini; include la liberazione dal peccato e dalla morte e il progressivo possesso di tutto ciò che è bene e autenticamente umano. La libertà portata da Cristo è libertà non solo “da” servitù interiori e condizionamenti esterni, ma è soprattutto libertà “per” essere di più, per amare, per edificare la pace, nella comunione con Dio e con gli uomini fratelli»
(CdA, pag. 104).
Tutti
Dal Salmo 144: Rit. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre. Rit.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Rit.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. Rit.
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto. Rit.
Pausa di Silenzio

1L. Dio ama tutte le creature esistenti e nulla disprezza di quanto ha creato». «Dio è amico dell'uomo anche nella sua condizione di peccato». Questo è il senso profondo dell'episodio di Zaccheo.
2L. Il punto di partenza di questa vicenda può sembrare una banale curiosità. Eugenio Montale prenderà spunto dalla figura un po' goffa di Zaccheo che sale sull'albero, per confessare il suo mancato incontro con Cristo. Lo farà in una pagina in apparenza scanzonata, in realtà molto amara:
1L. «Si tratta di arrampicarsi sul sicomòro per vedere il Signore. Ahimè, non sono un rampicante ed anche stando in punta di piedi non l'ho visto».
2L. Ciò che avverrà in Zaccheo ci costringe a vedere in lui non una banale curiosità, ma una ricerca seria, che rinuncia al suo prestigio mondano e approda a un incontro vero. In ogni conversione il «cercare di vedere» è tutto quello che è chiesto all'uomo. Il resto lo fa il Signore. E Luca ci aiuta a capire che cosa succede quando un uomo cerca di vedere il Signore.
1L. Gesù vede Zaccheo e questo sguardo lo salva. Anche gli altri hanno lo sguardo puntato su Zaccheo. La sua condizione sociale e, ora, il suo strano gesto di arrampicarsi sull'albero lo mettono in evidenza. Ma che cosa vedono gli altri? Vedono il peccatore, l'esoso esattore delle imposte. Per essi Zaccheo è solo uno strozzino, dunque, un uomo identificato con il suo peccato.
2L. Pensiamo: quanta gente viene distrutta da giudizi facili e irrevocabili! Lo sguardo di Gesù è diverso, non vede solo ciò che tutti vedono, ma va in profondità e riesce a cogliere in ogni creatura quello spazio d'innocenza che la colpa non riesce a cancellare. Ha scritto un poeta: «Le carezze degli occhi sono le più tenere e portano l'animo al limite dell'essere».
1L. In questa zona di mistero, che è il cuore dell'uomo e che l'occhio cattivo non vuole e non sa esplorare, Gesù trova un altro uomo, un uomo che deve ancora venire alla luce, il vero Zaccheo, al quale nessuno ormai potrà togliere la gioia di avere ritrovato il suo vero essere, la sua vera vocazione.
2L. Gesù vede Zaccheo in modo diverso dagli altri. Crede in Zaccheo quando gli altri lo avevano ormai giudicato e liquidato definitivamente come uno da evitare. Lo chiama, non per rinfacciargli le sue colpe, ma per ricordargli le sue possibilità ancora enormi. E Zaccheo crede, risponde, cioè, alla fiducia riposta in lui da Gesù.
1L. Questo cambia la sua vita. Anch'egli impara a vedere gli altri in modo diverso: non più come gente da sfruttare, ma come uomini con cui instaurare rapporti di giustizia e di fraternità: «Do la metà dei miei beni ai poveri. Se ho frodato restituisco quattro volte tanto».
2L. Zaccheo si sente finalmente liberato dall'ingombro della ricchezza. Non vuole che l'avere soffochi l'uomo nuovo appena nato in lui. Nella sua vita entra la gioia: «Accolse Gesù, pieno di gioia». La gioia del dare, invece dell'angoscia del pretendere calpestando gli altri.
1L. Questo è un grande segno di conversione: le cose non sono più oggetto di avidità disumana, ma di fraternità, di amicizia e di gioia. Gli altri non capiscono. Continuano a vedere con occhio cattivo. Criticano Gesù perché «è andato da un peccatore».
2L. Non li sfiora il sospetto che la novità evangelica rovescia i loro meschini criteri moralistici e tocca finalmente la radice del cuore, la verità profonda dell'uomo.
1L. Per noi il gesto di Gesù è motivo di grande gioia, perché ci da la certezza che, nonostante il nostro peccato, non siamo mai esclusi dall'amore di Dio. Questa è la storia di Zaccheo, un ricco che si salva.
2L. Questo significa che la durezza di Gesù contro la ricchezza non è demagogia, non è atteggiamento classista, ma è un invito urgente alla conversione.
1L. Per tutti, anche per quelli che vivono ai margini della fede, può venire il giorno di un incontro straordinario.
2L. Quando il Signore entra nella vita di un uomo e gli offre il suo perdono e la sua fiducia, quell'uomo diventa capace di abbandonare l'ingiustizia e di instaurare rapporti umani nuovi con gli altri.
1L. Non è la distribuzione dei beni che merita a Zaccheo l'amicizia di Gesù, c'è un dare che «non giova a nulla», scrive Paolo, ma è l'incontro con Gesù che lo cambia dentro e lo porta a distribuire i propri beni come segno di rottura definitiva con il proprio passato segnato dal peccato.
2L. Chiediamo al Signore che ci aiuti a sentire la fiducia che egli pone, ancora e sempre, anche su di noi, perché nulla più della fiducia è in grado di dare motivazioni nuove al nostro impegno di vita cristiana.
Tutti
Signore, l'invito alla tua mensa,
che ripete l'invito rivolto a Zaccheo,
ci aiuti a ricordare sempre che,
nonostante il peso delle nostre infedeltà
e il buio del nostro passato,
tu continui ostinatamente a credere in noi
e ad aspettarci nella gioia di una vita rinnovata,
più vicina alla tua parola
e al nostro istintivo bisogno di fraternità.
Aiutaci a non deludere questa tua fiducia.
 Canto:
Pausa di Silenzio
3L. Zacchèo, il piccolo uomo, aveva scelto il sicomoro come base di appoggio al suo diritto di veduta. Aveva nel cuore il desiderio d'incrociare lo sguardo del Maestro e di sentirsi, malgrado la sua
vita, amato, perdonato.
 4L. Pubblicano, estorsore per mestiere, costretto dal potere, e per scelta personale, a chiedere tasse inique, aveva tanto oro per godersi la vita, ma nessuno con cui condividerlo.
 3L. Era basso, Zaccheo, e impedito nel vedere oltre aveva bisogno di una base d'appoggio per innalzarsi sopra la banalità del quotidiano e andare oltre il giudizio oppressivo della colpa senza riscatto, il disprezzo della folla, a volte desiderosa di vendetta.
 4L. Corse avanti Zaccheo, era la sua occasione, non poteva perdere lo sguardo di Colui che aveva raccontato di un Dio Padre lento all’ira e carico di misericordia:
 3L. «Tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci, ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore».
 4L. E lo sguardo di Gesù, in cerca dei perduti, cercò il goffo Zaccheo e nel rumore della folla intercettò il battito del suo cuore.
 3L. Silenzio rumoroso di chi è pronto per una sola parola di tenerezza a cambiare definitivamente la sua vita e a rendere nuova la sua storia:
 G. «Zaccheo, scendi subito».
 4L. La corsa di Zaccheo era ora gioia inaudita, nessuno avrebbe potuto contenerla, né l'ironia dei tanti che ridevano divertiti né il rumore dei giudizi e dei pregiudizi che non gradiscono un Dio del perdono e non accettano di cancellare la parola della vendetta.
 3L. Una gioia capace di rendere giustizia a Zaccheo, pronto a cambiare la sua vita e consentire finalmente alle sue vittime, offese dal peccato di prima, di trovare conforto:
 G. «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri; e se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
 4L. Logica del Vangelo, annuncio ai poveri di nuovo mondo, di nuova storia che, mentre augura la liberazione degli oppressi, offre agli oppressori una via d'uscita dalla loro mortale solitudine nel farsi causa della giustizia a favore di quelli a cui l'avevano derubata.
 3L. Così, sollevandosi sopra il rumore della folla, guardando oltre il banale corso del così fan tutti, Zaccheo, icona del pentimento, ritrova la sua dignità e, grazie al perdono ricevuto, grazie alla sua riscoperta generosità, i perduti trovano il loro riscatto.
 4L. Zaccheo è un nome, un'esperienza, una storia che va oltre il particolare e chiama a raccolta tutti coloro, noi tutti compresi, bassi di statura a causa del peccato, che grazie allo sguardo di Gesù riscoprono la meraviglia di guardare dall'alto, gioiosamente, il loro nuovo destino.
 Tutti
Signore Gesù Cristo,
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui.
Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo
dalla schiavitù del denaro;
l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento,
e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola
che dicesti alla samaritana: Se tu conoscessi il dono di Dio!
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,
del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto
con il perdono e la misericordia:
fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te,
suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza
per sentire giusta compassione per quelli che sono
nell’ignoranza e nell’errore:
fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso,
amato e perdonato da Dio.
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione
perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore
e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare
ai poveri il lieto messaggio
proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà
e ai ciechi restituire la vista.
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia
a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen
 Pausa di Silenzio
Canto:
Meditazione
Preghiere spontanee
Padre Nostro
 G. Ci è simpatico Zaccheo, Signore... perché cerca di vederti e non si arresta al primo ostacolo. Sa certamente di non essere gradito alla gente, ma affronta anche la folla, le sue occhiate maliziose, le sue battute ironiche, i volti che esprimono disprezzo, pur di avvicinarsi a te. Ci è simpatico Zaccheo, Signore... e immaginiamo la sua meraviglia quando si è sentito interpellare direttamente da te. Capiamo la sua fretta, la sua confusione, la sua gioia nell’accoglierti in casa sua. Un ospite come te deve essere ricevuto degnamente.
Ci è simpatico Zaccheo, Signore... per la generosità e lo slancio con cui risponde al tuo amore. Non è facile buttare via in un solo attimo quello che si è accumulato attirandosi tanto odio e tanto risentimento. Tu gli hai fatto una sorpresa e per questo lui non ha voluto essere di meno. Donaci, Signore Gesù, la stessa gioia che provò Zaccheo quando ti accolse nella sua casa. Donaci la gioia del tuo perdono e della tua amicizia. Donaci di poter donare con gioia
le nostre ricchezze ai poveri, di essere loro amici in cielo e in terra.
Donaci la gioia di accoglierti nel povero, nello straniero, nel malato,
nelle persone che non riusciamo a sopportare. Donaci un cuore libero e puro, capace di amare. Donaci il tesoro di essere con te nel regno del Padre.
 Tutti
Preghiera per le vocazioni sacerdotali
Obbedienti alla tua Parola, ti chiediamo, Signore:
“manda operai nella messe”.
Nella nostra preghiera, però,
riconosci pure l’espressione di un grande bisogno:
mentre diminuiscono i ministri del Vangelo,
aumentano gli spazi dov’è urgente il loro lavoro.
Dona, perciò, ai nostri giovani, Signore,
un animo docile e coraggioso perché accolgano i tuoi inviti.
Parla col Tuo al loro cuore e chiamali per nome.
Siano, per tua grazia, sereni, liberi e forti;
soltanto legati a un amore unico, casto e fedele.
Siano apostoli appassionati del tuo Regno,
ribelli alla mediocrità, umili eroi dello Spirito.
Un’altra cosa chiediamo, Signore:
assieme ai “chiamati”non ci manchino i “chiamanti”;
coloro, cioè, che, in tuo nome,
invitano, consigliano, accompagnano e guidano.
Siano le nostre parrocchie segni accoglienti
della vocazionalità della vita e spazi pedagogici della fede.
Per i nostri seminaristi chiediamo perseveranza nella scelta:
crescano di giorno in giorno in santità e sapienza.
Quelli, poi, che già vivono la tua chiamata
- il nostro Vescovo e i nostri Sacerdoti -,
confortali nel lavoro apostolico, proteggili nelle ansie,
custodiscili nelle solitudini, confermali nella fedeltà.
All’intercessione della tua Santa Madre,
affidiamo, o Gesù, la nostra preghiera.
Nascano, Signore, dalle nostre invocazioni
le vocazioni di cui abbiamo tanto bisogno. Amen.
(Marcello Semeraro Vescovo di Albano)

 Canto: Tantum Ergo
Tantum ergo Sacramentum
Veneremur cernui
Et antiquum documentum
Novo cedat ritui
Praestet fides supplementum
Sensuum defectui.
Genitori Genitoque
Laus et jubilatio
Salus, honor, virtus quoque
Sit et benedictio.
Procedenti ab utroque
Compar sit laudatio.

V Hai dato loro il pane disceso dal cielo.
R Che porta con sé ogni dolcezza.

Guarda, o Padre, al tuo popolo, che professa la sua fede in Gesù Cristo,
nato da Maria Vergine, crocifisso e risorto, presente in questo santo sacramento e fa' che attinga da questa sorgente di ogni grazia
frutti di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.
Amen
Elevazione del Santissimo Sacramento e Benedizione Eucaristica.  Al termine: Acclamazioni:
Dio sia benedetto.
Benedetto il Suo Santo Nome.
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù
Benedetto il suo Sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo Preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.
Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.

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