ADORAZIONE EUCARISTICA

Questa sera alle ore 18.30 ci sarà l'Adorazione Eucaristica, un'ora di preghiera personale e comunitaria, di meditazione e di riflessione sul Vangelo di Luca 21, 5-19. Durante l'Adorazione sarà possibile accostarsi al Sacramento della Riconciliazione.


Venite a me, voi tutti, che siete affaticati
e oppressi, e io vi ristorerò.

Adorazione Eucaristica
XXXIIIª Domenica del T.o. “Anno C”

G. Il nostro Dio è un Dio d’amore. Non può salvare l’uomo senza di lui, perciò stringe alleanza con il suo popolo: la salvezza è l’incontro di due fedeltà. Ma se Dio è fedele, il popolo no. Sotto l’azione dei profeti nasce la speranza e l’attesa di un uomo che finalmente saprà dare a Dio una fedeltà assoluta e incondizionata: il Messia. Quando verrà lui, Dio accorderà al suo popolo la pienezza promessa. Una promessa di vita tale che non ci sarà più nulla di comune tra il mondo presente e il nuovo paradiso. Una nuova terra, nuovi cieli. Un cuore nuovo che renderà l’uomo sensibile all’azione dello Spirito.

Cel.  Dal Vangelo di Luca: (Lc 21,5-19)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». 
Parola del Signore.

Pausa di Silenzio
 CANTO
G. Intervenendo nella storia in modo diverso dalle attese del popolo, Gesù di Nazaret non apporta una pienezza completamente fatta. Non è un intervento magico che deresponsabilizzi l’uomo. E’ vero, la pienezza promessa è giunta ma aspetta di essere compiuta. E’ un dono, ma insieme un impegno. «A volte si vorrebbe che i risultati venissero dall’esterno, senza muovere un dito, come per un miracolo. L’azione di Dio per il Regno non si manifesta come una potenza esteriore: sia perché esso ci viene attualmente comunicato attraverso i segni storici che per sé sono oscuri e spesso ambigui e frammentari; sia perché Dio vuole coinvolgere anche l’uomo nella venuta del Regno» (CdA, pag. 54). La pienezza veramente ultima sarà ancora l’incontro di due fedeltà.
Tutti
(Dal Salmo 97)
Rit. Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. Rit.
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra. Rit.
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. Rit.
Pausa di Silenzio
CANTO
1L. Nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato, Luca non intende tanto parlare degli avvenimenti finali, quanto di avvenimenti contemporanei. Non ci offre solo una minaccia o una promessa per il futuro, ma ci aiuta a scoprire il senso degli avvenimenti presenti.
2L. Rispetto al testo di Marco, in Luca l'attenzione è spostata dallo svolgimento esteriore degli avvenimenti al loro significato e all'atteggiamento che il credente e la Chiesa devono assumere di fronte a essi.
1L. Una circostanza ci fornisce l'angolatura adatta per il nostro sforzo di attualizzazione: Luca ha elaborato il discorso a partire da un «detto» di Gesù sul tempio che rovescia bruscamente una situazione cristallizzata.
2L. A chi sottolinea la solidità della sua struttura, che sembrava destinata a sfidare i tempi, Gesù ne annuncia la distruzione, e dunque la fine di un sistema culturale e religioso, costringendo gli uditori a interrogarsi sulla natura, sul significato di ciò che sta accadendo, cioè sul significato della storia che stanno vivendo.
1L. Non è più sufficiente per la salvezza la garanzia del tempio e delle istituzioni ad esso legate, la nostra appartenenza alla Chiesa, è necessaria la fede con cui vivremo gli avvenimenti della storia. La fine del tempio diventa il simbolo di tutti gli sconvolgimenti storici.
2L. Le reazioni a questo annuncio, se non c'è una forte prospettiva di fede, sono lo smarrimento, la confusione, la paura, il fatalismo pessimistico dei profeti di sventura:
CANTO
G. «II nostro mondo sarà travolto. Non c'è nulla da fare».
2L. Il Vangelo odierno ci ammonisce: «Attenti a non lasciarvi ingannare», «Non lasciatevi sgomentare», «Vi darò io stesso la sapienza», cioè vi indicherò gli orizzonti della salvezza. Non dobbiamo quindi aver paura della storia, del mutamento, della provvisorietà.
1L. La storia acquista senso per noi non dalle istituzioni, ma dalla nostra fede. Il regno di Dio, il mondo nuovo, nasce anche sulle rovine del tempio.
2L. Gli avvenimenti più drammatici, le grandi crisi storiche, possono svelare al credente il volto della salvezza, aiutarlo a capire che occorre trovare un modo nuovo di affrontare i grandi problemi dell'uomo.
1L. Luca un poco oltre infatti scrive: «Quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino».
2L. La novità di Dio non si realizza senza opposizioni e resistenze. La violenza si scatena in difesa degli interessi costituiti. Le difficoltà sono la condizione stessa in cui il credente è chiamato a dare la sua testimonianza. Solo il conformismo non suscita reazioni.
1L. Il messaggio che possiamo trarre dal Vangelo di oggi è dunque un messaggio di fede e di impegno.
CANTO
G. «Con la vostra perseveranza salverete le vostre vite»,
1L. Cioè con l'ostinazione della vostra speranza, con il coraggio di non considerare utopia, ma realismo, le esigenze evangeliche, con la vostra pazienza, la vostra capacità di pagare di persona e di soffrire per la vostra coerenza morale, con la vostra costanza realizzerete la vostra vita, dominerete la storia.
2L. Chiediamo al Signore che ci dia questa forza che ci permetta di realizzare il nostro essere cristiani e il nostro essere uomini nella storia di oggi.
Tutti
Signore, la vita nuova rivelata dalla tua parola
e donata nell’Eucaristia
ci fa comprendere che la pienezza dell'uomo
è sempre oltre i nostri istinti, le nostre paure,
oltre i nostri ideali umani, perché tu ci chiami continuamente
verso nuovi orizzonti, liberandoci dalla tentazione
di accontentarci di ciò che abbiamo già raggiunto.
Fa’, o Signore, che la fede e la speranza
siano sempre in noi impegno instancabile
per l'avvenire che tu ci riveli nel tuo Figlio Gesù,
che vive con te e con noi, nei secoli dei secoli. Amen
Canto
Pausa di Silenzio
3L. Si avvicina la conclusione dell'anno liturgico e il lezionario ci induce a riflettere sulla provvisorietà del tempo e la necessità di essere vigilanti per acchiappare l'attimo che separerà il tempo dal non tempo:
4L. «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
3L. Vigilanza che costringe il credente a essere sempre all'erta con la valigia pronta, colma di giustizia, di pietà, di misericordia, di Vangelo creduto e vissuto.
4L. Testimonianza di attesa positiva del futuro incontro, fondata sulla certezza che il Signore, giusto giudice, non dimentica la sua promessa:
3L. «Per voi cultori del mio nome sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia».
4L. Gli amici dello sposo sanno di essere invitati alla festa e tuttavia non conoscono né l'ora né il luogo dell'incontro.
3L. Felici di aver ricevuto l'invito, già di per sé esperienza di gioia, nell'attesa chiedono che si appresti l'ora del banchetto, godono della visione di ciò che dopo vedranno davvero e cantano: «Vieni, Signore Gesù».
4L. Vigilanza e attesa: due parole significative che descrivono il discepolo di Gesù, parole che superano il loro stesso contenuto e legano la vita credente sia all'adesione intellettuale dell'uomo a Dio, sia all'esperienza concreta che chiama a raccolta coloro che nel dire "credo" sono pronti ogni momento, ogni istante della loro vita, a testimoniarlo.
3L. La cintura ai fianchi e la lucerna accesa, nell'attesa del festoso convivio, sono proprie di chi non sta con le mani in mano, di chi si chiede se sia pronto per l'incontro con lo Sposo, se abbia preparato o meno un regalo, se abbia approntato o meno l'abito di circostanza.
4L. Vigilanza e attesa del Regno impongono una vita capace di giustizia, di perdono, di apertura alla gratuità, di impegno nella costruzione nel tempo della città di Dio e per questo vale la regola:
CANTO
G. «Chi non vuol lavorare, neppure mangi».
3L. Indubbiamente l'atteggiamento del giusto rischia l'incomprensione, l'isolamento, perfino la persecuzione.
4L. Egli attende il futuro rivoluzionando il concetto di un tempo chiuso in se stesso, che pretende tutto, qui e ora, provocando l'amarezza di non farcela, una lotta fratricida per rubare il tempo all'altro e trovare soltanto per sé ricchezze e onori.
3L. Ma Gesù conforta il giusto e dona ai suoi discepoli e a quanti lo sanno aspettare, aprendo il cuore alla speranza, un'immagine formidabile, carica di consolazione e di significato:
4L. «Neppure un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Tutti
Signore Gesù Cristo,
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui.
Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo
dalla schiavitù del denaro;
l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento,
e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola
che dicesti alla samaritana: Se tu conoscessi il dono di Dio!
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,
del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto
con il perdono e la misericordia:
fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te,
suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza
per sentire giusta compassione per quelli che sono
nell’ignoranza e nell’errore:
fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso,
amato e perdonato da Dio.
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione
perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore
e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare
ai poveri il lieto messaggio
proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà
e ai ciechi restituire la vista.
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia
a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen
Pausa di Silenzio
Canto
Padre Nostro
G. Mi piacerebbe tanto, Signore, che questo vecchio mondo lasciasse il posto al nuovo senza sussulti, senza tormenti, senza dolori, senza contorsioni. E tu, invece, mi dici che devo prendere su di me la mia parte di ricerca, di sofferenza e di fatica, senza scoraggiarmi, senza cedere alle difficoltà. Mi piacerebbe tanto, Signore, che il Vangelo diventasse dovunque realtà, che la tua Parola si piantasse in modo solido e stabile su questa nostra terra. Ma vorrei che accadesse quasi magicamente, in un attimo, senza dover affrontare prove e persecuzioni, ostilità e incomprensioni. E, invece, tu mi annunci il sospetto e il rifiuto, il carcere e le condanne, e mi chiedi di resistere, di rimanerti fedele. Signore Gesù, donami il tuo spirito di perseveranza nel portare avanti gli impegni che mi affidi. Donami di poter amare coloro che mi perseguitano e, al tuo ritorno, fa’ che possa farmi trovare pronto, per risplendere della Tua Luce e della Tua Gloria.
Tutti
Preghiera per le vocazioni sacerdotali
Obbedienti alla tua Parola, ti chiediamo, Signore:
“manda operai nella messe”.
Nella nostra preghiera, però,
riconosci pure l’espressione di un grande bisogno:
mentre diminuiscono i ministri del Vangelo,
aumentano gli spazi dov’è urgente il loro lavoro.
Dona, perciò, ai nostri giovani, Signore,
un animo docile e coraggioso perché accolgano i tuoi inviti.
Parla col Tuo al loro cuore e chiamali per nome.
Siano, per tua grazia, sereni, liberi e forti;
soltanto legati a un amore unico, casto e fedele.
Siano apostoli appassionati del tuo Regno,
ribelli alla mediocrità, umili eroi dello Spirito.
Un’altra cosa chiediamo, Signore:
assieme ai “chiamati”non ci manchino i “chiamanti”;
coloro, cioè, che, in tuo nome,
invitano, consigliano, accompagnano e guidano.
Siano le nostre parrocchie segni accoglienti
della vocazionalità della vita e spazi pedagogici della fede.
Per i nostri seminaristi chiediamo perseveranza nella scelta:
crescano di giorno in giorno in santità e sapienza.
Quelli, poi, che già vivono la tua chiamata
- il nostro Vescovo e i nostri Sacerdoti -,
confortali nel lavoro apostolico, proteggili nelle ansie,
custodiscili nelle solitudini, confermali nella fedeltà.
All’intercessione della tua Santa Madre,
affidiamo, o Gesù, la nostra preghiera.
Nascano, Signore, dalle nostre invocazioni
le vocazioni di cui abbiamo tanto bisogno. Amen.
( Marcello Semeraro Vescovo di Albano)

Commenti

Post popolari in questo blog