ADORAZIONE EUCARISTICA
Oggi, 21 aprile 2016, come ogni giovedì, la comunità parrocchiale si ferma in preghiera e in adorazione. Dopo la Messa vespertina, alle ore 19.30, verrà esposto sull'altare il SS. Sacramento. Vi sarà tempo fino alle 21.00 per meditare, ringraziare e adorare il Signore. Ci sarà tempo anche per confessarsi.
Venite a
me, voi tutti, che siete affaticati
e
oppressi, e io vi ristorerò.
Adorazione Eucaristica
Vª Domenica di Pasqua “Anno
C”
Cel. “O Dio,
che nel Cristo tuo Figlio rinnovi gli uomini e le cose, fa’ che accogliamo come
statuto della nostra vita il comandamento della carità, per amare te e i
fratelli come tu ci ami, e così manifestare al mondo
la forza
rinnovatrice del tuo Spirito.” (Colletta)
G. Cieli nuovi e terra nuova sono oggi l’aspirazione che
batte al cuore di tutti coloro che sono impegnati in un superamento
dell’attuale ordinamento sociale, così carico di ingiustizie e sfruttamenti.
«Ecco, io faccio nuove tutte le cose» è la grande speranza cristiana: un mondo
nuovo. Ma non è l’uomo nel suo sforzo solitario a costruire questo mondo nuovo.
È l’uomo insieme con Dio, in collaborazione con Dio.
Canto al Vangelo (Gv 13,34)
T. Alleluia, alleluia.
Cel. “Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
T. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Giovanni: (Gv 13,31-35)
Cel. “Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
T. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Giovanni: (Gv 13,31-35)
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio
dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato
glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà
subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi
gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete
amore gli uni per gli altri». Parola
del Signore.
Pausa di Silenzio
G. Al comandamento
dell’amore è correlativa, per i cristiani, una situazione e una realtà nuova,
una “città” nuova: la Chiesa, nuova terra, nuova Gerusalemme, dimora di Dio con
gli uomini. Non è da credere che la visione di Giovanni si riferisca ad una
realtà proiettata nel futuro idealizzato. La «città che scende dal cielo», la
«terra nuova» dalla quale è scomparso il mare, simbolo delle forze dei male,
indicano che la nuova creazione, inaugurata dalla vittoria pasquale di Cristo,
è già in opera nei battezzati. La «sposa adorna per lo sposo» è la nuova
umanità liberata dal peccato, santificata da Cristo e splendente della sua gloria
e della sua bellezza.
Tutti
Dal Salmo 144: Rit. Benedirò il tuo nome
per sempre, Signore.
Misericordioso e pietoso è
il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Rit.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. Rit.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. Rit.
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Rit.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. Rit.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. Rit.
Pausa di Silenzio
1L. Il tema di queste settimane di
Pasqua è la fede nel Signore risorto che porta con sé l'esigenza dell'annuncio
profetico di un mondo nuovo.
2L. Il Libro dell'Apocalisse ci lascia
intravedere il momento finale di questo sogno di Dio. Ma, per realizzarlo, il
Signore, nel Vangelo, sembra offrirci lo strumento più debole, quello
dell'amore.
1L. Che senso ha l'esortazione ad
amarci in un mondo disumano come il nostro?
2L. Amore è parola abusata e generica.
E noi rischiamo di ripetere parole vaghe e innocue, che non cambiano nulla
della nostra vita, perché smisuratamente schiacciate da messaggi molto più
efficaci.
1L. Per superare questa impressione
negativa cerchiamo di cogliere il senso forte delle parole di Gesù: «Amatevi come io ho amato voi».
2L. Gesù non si trova in una tranquilla
riunione di amici, dove è facile parlare di amore. Siamo alla vigilia della
passione, un contesto in cui l'amore sembra non avere nessun peso, e in cui,
proprio per questo, l'amore di Gesù acquista una evidenza enorme.
1L. È l'ora della meschinità e del
tradimento. Giuda, il traditore, si è appena separato dal gruppo. Anche i
discepoli stanno per abbandonare il maestro. Gesù si trova al centro di istituzioni
che lo stanno condannando, perché è venuto a svelarne le ipocrisie e le
ingiustizie.
2L. È venuto a difendere l'uomo dal
potere oppressivo delle istituzioni, a difendere i poveri, gli affamati di
giustizia, dall'arbitrio dei potenti.
1L. Questo è l'amore nuovo, lontano da
facili sentimenti, annunciato da Gesù. Si tratta di un progetto di vita molto
impegnativo.
2L. L'aspetto nuovo dell'amore
cristiano è questo: si tratta di un amore gratuito, che cioè non cerca le sue
motivazioni nelle qualità dell'altro. Non constata valori, non li verifica, non
ne fa l'inventario, li crea.
1L. È ciò che avviene in un serio
rapporto educativo: è l'amore che fa crescere, che umanizza.
2L. Dice una popolare canzone
americana: «Tu non sei nessuno — finché nessuno ti ama».
1L. Un emarginato, un ragazzo difficile
si accorge di esistere, si rende disponibile a un progetto costruttivo, solo
quando si sente amato.
2L. L'apostolo Giovanni lo aveva già
scritto: «Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha preso l'iniziativa
di amarci».
1L. Prendere l'iniziativa di amare è il
grande principio della pedagogia divina, che il Vangelo affida anche a noi. Chi
coglie questa grande intuizione sa amare indipendentemente dai meriti altrui.
2L. È facile comprendere le enormi
implicazioni di questo amore, nei rapporti sociali, nell'impegno educativo, nel
campo dell'emarginazione e dell'accoglienza da cui ci vengono le sfide più
provocatorie.
1L. Quest'amore ci porta a vincere la
cultura della paura, del sospetto, della cautela, e a sostituirla con la
cultura creativa della fiducia.
2L. Un altro motivo di riflessione:
l'amore del Signore si realizza in un contesto difficile. Non è frutto naturale
di una realtà positiva, è piuttosto impegno di rinnovare le cose, per far
crescere l'uomo.
1L. L'amore evangelico deve rendere
insopportabili abitudini, mentalità, luoghi comuni che fanno da copertura
all'ingiustizia e all'egoismo umano.
2L. Come è avvenuto con Gesù, il
contesto sociale deve dare verità e concretezza all'amore.
1L. Forse noi vorremmo vivere la realtà
dell'amore in un mondo ideale, che ci permetta di esprimerci con buoni
sentimenti e con gesti tradizionali, e invece ci troviamo di fronte a realtà
inattese, che turbano i nostri progetti:
2L. Il disagio giovanile, la violenza,
la droga, l'ondata migratoria, turbamenti sociali che ci fanno sentire
l'urgenza di passare dai nostri piccoli gesti calcolati e cauti a una mentalità
nuova, pronta ad appoggiare disegni politici coraggiosi, decisi a contestare
prospettive egoistiche di benessere in vista di un futuro più giusto e più
umano per tutti.
1L. Non possiamo scegliere noi i modi
più congeniali di vivere l'amore cristiano.
2L. È la realtà che deve guidare le
nostre scelte di impegno. Non è possibile, qui e ora, fare esempi. Sarà la
sensibilità umana e cristiana delle nostre comunità a farlo.
1L. Possiamo solo sottolineare il
criterio evangelico di fondo che deve guidarci: amare secondo il Vangelo
significa, oggi, rinunciare ad avere tutto ciò che vorremmo o potremmo avere
per pensare a un futuro umano per tutti.
2L. Sono parole lontane da quelle che
sentiamo ogni giorno. Esse tuttavia non devono essere considerate un'illusione,
ma un impegno reso possibile a coloro che hanno fede.
1L. Il comandamento nuovo non è,
dunque, un messaggio vago e insignificante. Se tale diventa, è una grossa
responsabilità dei credenti.
2L. Per non sentire il peso di questa
responsabilità, chiediamo al Signore di saper testimoniare la creatività
dell'amore che egli ci ha insegnato.
Tutti
Signore, nostro Dio,
che vuoi fare nuova
anche la nostra vita
e ci offri,
nell'esperienza umana del tuo Figlio Gesù,
la rivelazione del
tuo progetto di umanità,
concedi a tutti noi
di coglierne la bellezza
per saperla
testimoniare
nelle contraddizioni
della nostra storia.
Canto:
Pausa di Silenzio
3L. Un
comandamento nuovo è dato perché ogni uomo, immagine di Dio, riflesso
dell'Amore, riconosca la strada, la sua originaria vocazione.
4L. In
principio l'Amore creò l'uomo per la vita, a immagine dell'Amore lo creò, per
questo ritornare alla sostanza dei primi giorni è riappropriarsi della propria
dignità.
3L. Solo
l'amore è fondamento di vita, solo l'amore resta come decisiva legge.
4L. Si può
diversamente intendere il verbo amare e diversamente è colto
nell'interpretazione del segno. Ancor di più l'equivoco si muove quando con
amore si intende dire affetto, devozione, passione.
3L. Si possono
descrivere amicizia, complicità, sodalizio, si possono perfino per assurdo
raccontare parentesi di attività umane tra difficoltà e faticosi impegni e
dire: amo giocare, amo dipingere, amo la musica.
4L. E di certo
dire amore è dire anche questo, è raccogliere in un solo suono vocale il
giocarsi la vita sul filo dell'emozione affettiva. Ma di quale amore è sostanza
il comandamento che cambia i destini della storia?
3L. L'uomo è
immagine di Dio e tendere incessantemente a Lui è la forza dell'amore,
desiderio di Dio che diventa energia trainante degli avvenimenti, senso e
orientamento dei gesti, struttura dei pensieri, vita nella vita:
Cel. «Come io
ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».
4L. È di questo
amore che si parla, è di questo sacrificale entusiasmo che si ragiona, che
certo non esclude il diverso intendersi del verbo amare, ma che non si
esaurisce in nessuno di essi, se in essi non è presente la prova assoluta del
dono gratuito:
3L. «Come io ho
amato voi». Questo è il metro per la felicità, questo è il giudizio sul
percorso umano, questo rende nuovo il dire amore, questo rimanda alla vera
natura umana, immagine di Dio.
4L. Giovanni,
descrive il giorno della salvezza definitiva e, mentre vede trapassate le terre
di prima, scorge all'orizzonte la definitiva gioia.
3L. La voce che
ascolta racconta qualcosa di straordinario, la tenda di Dio è posta in mezzo
agli uomini, finalmente «Egli sarà il Dio con loro, il loro Dio».
4L. Ma la voce
racconta di più e Giovanni sembra quasi vibrare nel profondo delle membra per
ciò che ascolta e con la consapevolezza del suo essere profeta annuncia ciò che
ha visto e udito.
3L. Felice
racconta la notte superata, il dolore guarito, la morte divorata:
4L. «E
asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte, né lutto, né
lamento, né affanno perché le cose di prima sono passate».
3L. Dio ha
posto la sua tenda tra gli uomini, il suo esserci nella storia umana ne
ristruttura i connotati: le lacrime vengono asciugate, i prigionieri liberati,
la morte cancellata.
4L. Dio è
amore, il suo amore è tra gli uomini, e per amore ha inviato suo Figlio nella
storia umana:
Cel. «II Verbo
si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi».
3L. La tenda di
Dio tra gli uomini è Cristo che ha comandato l'amore perché il Padre fosse da
tutti riconosciuto come speranza del mondo attraverso l'amore dei suoi
discepoli, perché là dove c'è amore, lì c'è Dio.
4L. La tenda di
Dio, il suo esserci nella nostra storia, asciuga le lacrime di ogni sofferenza.
3L. È il suo
amore nel nostro amarci, la sua tenda, presenza di futuro che mostra in
anticipo i cieli nuovi e la terra nuova, nel volersi bene, nel lottare per la
giustizia.
4L. Amore che
racconta a chi lo cerca che Dio esiste, è Padre e ama ogni uomo attraverso di
noi.
Tutti
Signore Gesù Cristo,
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi
come il Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui.
Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo
e Matteo
dalla schiavitù del denaro;
l’adultera e la Maddalena dal porre la
felicità solo in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento,
e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a
sé la parola
che dicesti alla samaritana: Se tu conoscessi
il dono di Dio!
Tu sei il volto visibile del Padre
invisibile,
del Dio che manifesta la sua onnipotenza
soprattutto
con il perdono e la misericordia:
fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto
visibile di Te,
suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri fossero
anch’essi rivestiti di debolezza
per sentire giusta compassione per quelli che
sono
nell’ignoranza e nell’errore:
fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si
senta atteso,
amato e perdonato da Dio.
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con
la sua unzione
perché il Giubileo della Misericordia sia un
anno di grazia del Signore
e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo
possa portare
ai poveri il lieto messaggio
proclamare ai prigionieri e agli oppressi la
libertà
e ai ciechi restituire la vista.
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre
della Misericordia
a te che vivi e regni con il Padre e lo
Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen
Pausa di Silenzio
Canto:
Meditazione
Preghiere spontanee
Padre Nostro
G. Non ci hai dato
una maglia per farci subito riconoscere, né una patente speciale da esibire ai
controlli e neppure un distintivo da mostrare a tutti. Ci hai chiesto solo di
amarci, di un amore smisurato, senza limiti e senza remore, senza barriere e
senza steccati, senza sospetti e senza pregiudizi. Ci hai domandato di amarci e
non di un amore qualsiasi, offerto a spizzichi e bocconi, quando meglio ci
aggrada, quando ci sentiamo in vena di essere buoni e compassionevoli. No, il
nostro amore deve somigliare al tuo. Così facendo, Gesù, lo sai bene, ci metti
tutti in seria difficoltà… Come potremo stare tranquilli, ora, paghi di quello
che già facciamo, contenti di quello che doniamo? Se sei tu il punto di
riferimento, noi ci sentiamo del tutto inadeguati... Ma tu sembri non far conto
dei nostri gesti maldestri, delle nostre scelte opinabili, tu ci domandi di
entrare nella stessa avventura rischiosa ed esaltante che hai voluto vivere fra
noi.
Tutti
Preghiera per le vocazioni sacerdotali
Obbedienti alla tua
Parola, ti chiediamo, Signore:
“manda operai nella
messe”.
Nella nostra
preghiera, però,
riconosci pure
l’espressione di un grande bisogno:
mentre diminuiscono i
ministri del Vangelo,
aumentano gli spazi
dov’è urgente il loro lavoro.
Dona, perciò, ai
nostri giovani, Signore,
un animo docile e
coraggioso perché accolgano i tuoi inviti.
Parla col Tuo al loro
cuore e chiamali per nome.
Siano, per tua
grazia, sereni, liberi e forti;
soltanto legati a un
amore unico, casto e fedele.
Siano apostoli
appassionati del tuo Regno,
ribelli alla
mediocrità, umili eroi dello Spirito.
Un’altra cosa
chiediamo, Signore:
assieme ai
“chiamati”non ci manchino i “chiamanti”;
coloro, cioè, che, in
tuo nome,
invitano,
consigliano, accompagnano e guidano.
Siano le nostre
parrocchie segni accoglienti
della vocazionalità
della vita e spazi pedagogici della fede.
Per i nostri
seminaristi chiediamo perseveranza nella scelta:
crescano di giorno in
giorno in santità e sapienza.
Quelli, poi, che già
vivono la tua chiamata
- il nostro Vescovo e
i nostri Sacerdoti -,
confortali nel lavoro
apostolico, proteggili nelle ansie,
custodiscili nelle
solitudini, confermali nella fedeltà.
All’intercessione
della tua Santa Madre,
affidiamo, o Gesù, la
nostra preghiera.
Nascano, Signore,
dalle nostre invocazioni
le vocazioni di cui
abbiamo tanto bisogno. Amen.
( Marcello Semeraro Vescovo di Albano)
Canto: Tantum Ergo
Tantum ergo Sacramentum
Veneremur cernui
Et antiquum documentum
Novo cedat ritui
Praestet
fides supplementum
Sensuum
defectui.
Genitori Genitoque
Laus et jubilatio
Salus, honor, virtus quoque
Sit et benedictio.
Procedenti ab utroque
Compar sit laudatio.
V Hai dato loro il pane
disceso dal cielo.
R Che porta con sé ogni
dolcezza.
O Padre, che nella morte e
risurrezione del tuo Figlio hai redento tutti gli uomini, custodisci in noi
l'opera della tua misericordia, perché nell'assidua celebrazione del mistero
pasquale riceviamo i frutti della nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.
Amen
Elevazione del
Santissimo Sacramento e Benedizione Eucaristica. Al termine: Acclamazioni:
Dio sia benedetto.
Benedetto il Suo Santo
Nome.
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù
Benedetto il suo Sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo Preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.
Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
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